Chirurgia bariatrica: perché la bioimpedenza spettroscopica è importante

chirurgia bariatrica e bioimpedenza spettroscopica

La chirurgia bariatrica non si conclude quando il paziente esce dalla sala operatoria, né comincia con l’induzione dell’anestesia. Il suo vero percorso inizia settimane prima, con la preparazione metabolica, e il suo successo reale si misura nei mesi successivi, attraverso un follow-up che va ben oltre il semplice numero sulla bilancia.

Oggi, come professionisti coinvolti nell’assistenza di questi pazienti – medici, nutrizionisti, dietisti, fisioterapisti – abbiamo una responsabilità chiara: non limitarci a favorire la perdita di peso, ma assicurarci che questa perdita sia di qualità.

L’obiettivo è che il paziente non solo dimagrisca, ma migliori anche la propria funzionalità fisica, preservi la massa muscolare, ottimizzi il metabolismo e viva meglio.

Per ottenere questo risultato servono strumenti che ci permettano di guardare oltre l’IMC. In questo senso, la bioimpedenza spettroscopica (BIS) non è più un accessorio, ma un elemento fondamentale del monitoraggio clinico.

Tuttavia, possedere la tecnologia non basta: ciò che fa davvero la differenza è sapere cosa valutare, in quale momento e come utilizzare i dati raccolti per guidare le decisioni terapeutiche.

Perché monitorare la composizione corporea prima e dopo l'intervento chirurgico?

Dopo la chirurgia bariatrica, la perdita di peso avviene in modo rapido. Tuttavia, se non viene accompagnata da una gestione nutrizionale accurata, non si riduce solo la massa grassa: insieme ad essa possono diminuire anche la massa muscolare, l’acqua intracellulare e il tessuto metabolicamente attivo.

Questa perdita “silenziosa” può tradursi in affaticamento cronico, riduzione del metabolismo basale, maggiore rischio di recupero del peso, peggioramento della funzionalità fisica e aumento delle complicanze postoperatorie.

Le conseguenze più frequenti includono:

  • stanchezza persistente
  • riduzione del dispendio energetico a riposo
  • rischio di ripresa ponderale
  • dolore articolare continuo
  • perdita di performance e funzionalità

Inoltre, non va dimenticato che molti pazienti arrivano all’intervento con uno stato di infiammazione subclinica, disidratazione cellulare o eccesso di liquidi extracellulari, condizioni che spesso sfuggono a esami ematochimici o strumentali convenzionali, ma che la bioimpedenza spettroscopica è in grado di identificare.

Monitorare la composizione corporea, dunque, non è un dettaglio né un optional: è una strategia clinica fondamentale per prevenire complicanze, personalizzare il percorso di cura e supportare le decisioni terapeutiche con dati oggettivi.

Quali parametri di bioimpedenza spettroscopica dovresti monitorare?

Non tutti i parametri forniti dalla bioimpedenza spettroscopica hanno lo stesso valore clinico. Di seguito sono riportati i quattro indicatori funzionali che ogni professionista dovrebbe considerare prioritari nel follow-up del paziente bariatrico.

1. Angolo di fase: il termometro dello stato cellulare

L’angolo di fase rappresenta l’integrità delle membrane cellulari ed è un indice diretto della salute e della funzionalità cellulare.

Valori bassi – inferiori a 4° nelle donne e a 5° negli uomini – indicano una ridotta riserva funzionale e sono correlati a un rischio più elevato di complicanze postoperatorie, come infezioni, ritardo nella guarigione e degenze più lunghe (Cruz-Jentoft et al., 2019; Pérez-Moreno et al., 2021).

2. Rapporto di impedenza (IR = Z200/Z5): rilevatore di infiammazione latente

Il rapporto di impedenza (IR = Z200/Z5) esprime l’equilibrio tra acqua extracellulare e intracellulare, fornendo un’informazione indiretta sul grado di infiammazione e sulla presenza di ritenzione idrica.

Valori superiori a 0,82 sono stati associati a livelli elevati di proteina C-reattiva, disfunzione endoteliale e maggiore rischio metabolico (Moissl et al., 2013; Wabel et al., 2015)

Questo squilibrio è frequente nei pazienti obesi, anche prima dell’intervento.

Secondo Chertow et al. (2020), una riduzione dell’IR nei primi sei mesi postoperatori è correlata a un miglioramento della sensibilità insulinica e a una maggiore probabilità di remissione del diabete di tipo 2.

👉 Monitorare l’IR ogni 3 mesi: la sua riduzione indica un progresso metabolico positivo.

3. Massa cellulare attiva: proteggere il motore del metabolismo

La BCM rappresenta la quota di tessuto metabolicamente attivo — muscoli, organi e cellule del sangue — ed è il vero “motore” del metabolismo.

Studi indicano che i pazienti che assumono almeno 1,5 g/kg/giorno di proteine conservano oltre l’89% della loro BCM dopo 12 mesi, rispetto al 72% di chi ne consuma meno di 1,2 g/kg/giorno (Siervo et al., 2014; Müller et al., 2016).

La perdita di BCM è associata a stanchezza cronica, riduzione del dispendio energetico e aumento del rischio di obesità sarcopenica. Guglielmi et al. (2022) hanno dimostrato che la preservazione della BCM favorisce un metabolismo più attivo e una migliore qualità di vita.

4. Capacità cellulare: un nuovo parametro di salute metabolica

Questo parametro, ancora poco conosciuto ma dal grande potenziale, misura la capacità delle cellule di immagazzinare energia, in stretta relazione con la funzione mitocondriale.

Valori di capacità inferiori a 0,800 sono stati associati a insulino-resistenza e a disfunzione mitocondriale (Sorrentino et al., 2021). Al contrario, un aumento post-operatorio di questo indice predice una migliore sensibilità all’insulina e una maggiore probabilità di remissione del diabete di tipo 2 (Guglielmi et al., 2022; Sica et al., 2020).

Conslusioni: ecco perchè la bioimpedenza spettroscopica è un alleato

La chirurgia bariatrica non si conclude con l’uscita del paziente dalla sala operatoria. Inizia invece una nuova fase, fatta di accompagnamento nutrizionale, funzionale e metabolico. In questa fase, la bilancia da sola non è sufficiente: la bioimpedenza spettroscopica consente di guardare oltre il peso, comprendere cosa accade all’interno del corpo e intervenire con precisione.

Non si tratta di raccogliere più dati, ma di avere i dati giusti, al momento giusto.

Se si utilizza o si sta valutando un dispositivo BIS, è consigliabile partire da quattro parametri chiave: angolo di fase, rapporto di impedenza, massa cellulare attiva e capacità cellulare. Questi strumenti, supportati da evidenze scientifiche, permettono di:

  • Prevenire complicazioni

  • Personalizzare l’assunzione di proteine

  • Rilevare infiammazione subclinica

  • Dimostrare il valore delle scelte cliniche con dati oggettivi

Noi di Aminogram crediamo che il futuro dell’assistenza sanitaria debba essere funzionale, preventiva e personalizzata. E per noi, il BIS non è solo un dispositivo: è una vera e propria filosofia di cura.

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Riferimenti: blog di Aminogram.